Onorevoli Colleghi! - La proposta di legge riproduce il testo dell'atto Camera n. 2078 della XIV legislatura, esaminato con altre proposte di legge abbinate ma non giunto all'approvazione definitiva. Si ritiene pertanto opportuno ripresentarlo, vista la necessità di una disciplina aggiornata in materia di tartufi. La legge 16 dicembre 1985, n. 752, ha riconosciuto un ruolo diretto delle regioni, in materia di raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi freschi o conservati destinati al consumo, consentendo con la sua applicazione il recupero di aree marginali, in cui il mantenimento dell'attività agricola ha un ruolo non solo sotto il profilo produttivo e per la integrazione del reddito degli agricoltori, ma soprattutto per la tutela e la valorizzazione ambientale. Nell'ambito di un nuovo disegno della politica agricola comune la promozione e la presenza diffusa delle imprese agricole sull'intero territorio acquista una valenza di carattere generale anche finalizzata a privilegiare la figura dell'imprenditore agricolo in un'ottica legata alla multifunzionalità.
      In pratica, l'azienda agricola si pone come il luogo di incontro fra la tradizionale attività di coltivazione e le nuove attività che valorizzano le specificità di un particolare ambiente rurale: laddove ambiente non è da intendersi ovviamente soltanto come natura, ma altresì come vissuto storico, sociale, culturale di una comunità cui l'azienda agricola, per sua stessa natura, è fisicamente legata. In questa prospettiva la citata legge n. 752 del 1985 ha contribuito a rendere più ordinata ed ecologicamente responsabile la raccolta dei tartufi superando la conflittualità

 

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fra proprietari-conduttori dei fondi e raccoglitori, consentendo la crescita di professionalità dei ricercatori e, comunque, contribuendo a fornire un quadro di certezza di cui beneficiano anche i consumatori.
      La presente proposta di legge è volta a definire alcuni aspetti tecnici relativi alla disciplina dei controlli, che, comunque, sono di competenza delle regioni, alla possibilità di costituire consorzi di tutela per la raccolta, la coltivazione e il commercio dei tartufi, nonché ad apportare alcune modifiche di carattere tributario, finalizzate soprattutto a facilitare l'emersione delle attività sommerse.
 

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